Benvenuti nella chiesa di Sant'Agostino a Rimini

 

Siamo lieti di darvi il benvenuto nel cuore di Rimini, dove la nostra chiesa di Sant'Agostino apre le porte per momenti di contemplazione e spiritualità. 

La costruzione risale agli ultimi decenni del Duecento, opera dei frati Eremitani di Sant'Agostino ai quali era stata concessa, nel centro della città, una piccola chiesa dedicata a San Giovanni apostolo.
I numerosi ritocchi effettuati nel Settecento, l'hanno molto cambiata, imprimendole uno stile barocco, soprattutto all'interno.


Maggiori informazioni storiche e artistiche si trovano nell'opuscolo  curato da P.G. Pasini "Guida breve per la chiesa riminese di Sant'Agostino". 

Disponibile in sacrestia.


Il sussidio digitale che state utilizzando offre un percorso per una breve visita alla chiesa,
insieme con qualche pausa di preghiera.


VISITA ORANTE

Siamo entrati dalla porta laterale.
E' bello iniziare la nostra visita con il segno della Croce: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

La chiesa di Sant'Agostino è una chiesa grande, ampia. Questa è la prima impressione. Infatti si dice che sia la più grande della città e della diocesi di Rimini. 

Diamo uno sguardo verso il fondo della chiesa, poi ci rivolgiamo verso l'altare maggiore.

Vediamo il tabernacolo illuminato. Racchiude il Santissimo Sacramento del Corpo di Cristo.

Guardo il tuo tabernacolo, Gesù.
E' bello sapere che Tu sei lì e
 io sono qui, davanti a te. Riempi il mio cuore di gioia per questa visita.


Appena entrati dalla porta laterale, giriamo a destra e subito incontriamo la statua di Maria Immacolata. 
Rivolgiamo una preghiera a Colei che è Madre di Gesù, Madre della Chiesa e di tutti.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Segue l'altare della Natività. 

Opera del 1868 di Sebastiano Fanelli da Rimini, copia dell'originale di Palma il Giovane da Venezia (1544-1628). E' circondato da un finto drappo pitturato su tela, opera di G. Marchesi, 1725).
In primo piano il vescovo sant'Agostino (?)

Nel tratto successivo della chiesa, troviamo (in basso) la tomba del beato Alberto Marvelli.

Giovane esempio di santità dei nostri giorni.

Al di sopra è stato riportato, nel 1990, da un locale adiacente alla chiesa, un affresco con la Beata Vergine e Gesù Bambino tra san Giovanni evangelista (a sinistra) e sant'Agostino (a destra).

S. Agostino

Proseguendo incontriamo l'ultimo altare su questo lato della chiesa: è dedicato a San Giovanni da S. Facondo.

Il dipinto, opera di G. B. Costa da Rimini (1697-1767), ricorda il miracolo col quale, San Giovanni da S. Facondo, mediante la sua cintura, ha salvato un bambino caduto in un pozzo. 

In fondo, negli angoli, altre statue settecentesche di santi agostiniani, opera del Sarti. San Possidio, vescovo di Calama (Africa), che fu il primo biografo di Agostino, con il quale visse "in dolce familiarità per circa 40 anni" e San Guglielmo duca d'Aquitania con ai piedi il piccolo drago.

San Possidio, vescovo di Calama

Dall'altra parte della porta di ingresso si trovano San Giovanni Bono, mantovano e San Fulgenzio vescovo di Ruspe. 


Ci portiamo al centro e prima di procedere verso l'altare maggiore lungo la corsia centrale solleviamo gli occhi per ammirare lo splendido soffitto del '700 con gli stucchi di Ferdinando Bibiena e i dipinti di Vittorio Bigari.

Ci sono sette cornici ovali minori dedicate alle virtù che si alternano a tre cornici maggiori, tonde, con santi in gloria.

Partendo dal tondo al centro della chiesa, dedicato a S. Agostino in gloria, possiamo osservare le quattro virtù, cosiddette "cardinali": prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, intercalate dal tondo di S. Nicola da Tolentino, nella gloria. 

S. AGOSTINO in gloria

4. Prudenza

5. Giustizia

S. NICOLA da Tolentino

6. Temperanza

7. Fortezza

Rimanendo nella corsia centrale, guardiamo sulla destra l'altare della Deposizione di Cristo. Nelle due settimane che precedono la Pasqua, l'immagine del Cristo viene velata da un telo con la croce gloriosa e i simboli della passione. 

La statua è in legno, opera di autore ignoto del XIII secolo. Le braccia di Gesù erano state costruite in modo da poter essere disposte anche in orizzontale. Infatti, per secoli fu venerato come un Crocifisso, nell'antica cattedrale di Rimini. Nel restauro del 2001 venne ripristinata la posizione originaria delle braccia. Probabilmente mancano i personaggi ai piedi della croce. 

Gesù, mio Signore, 
fortificami con la tua forza,
consolami con la tua pace, 
illuminami con la tua luce,
rischiarami con la bellezza 
del tuo Volto.


Procedendo oltre l'antico pulpito (1512) e il vecchio confessionale, oltre le nicchie dell'Angelo custode e dell'Ecce homo, troviamo l'altare dedicato a San Tommaso di Villanova, grande testimone della carità di Cristo. 

Nel dipinto, opera di M. Franceschini da Bologna (1648-1729) è raffigurato il santo vescovo mentre distribuisce l'elemosina ai poveri, gesto che faceva abitualmente.


Poco appariscente, come è nel suo stile, di fianco all'altare di San Tommaso di Villanova, osserviamo la statua di San Giuseppe con in braccio il Bambino Gesù che gli accarezza teneramente la barba. 


Subito dopo, ci fermiamo a contemplare il Crocifisso (è un dipinto su tavola, di scuola riminese del Trecento). Anticamente questa parete era occupata dall'organo e dalla tribuna, distrutti nell'incendio del 1965.

Possiamo recitare una preghiera:

Gesù crocifisso, 
ti vedo inchiodato,

a una croce crudele.

La tua carne innocente 
è quella di tanti 
crocifissi di oggi,

Ti chiedo per loro 
la grazia di sentirti vicino.

Siamo fragili creature 
spaventate dal male.

Tu, Figlio di Dio, 
abbi, dunque, pietà

di loro e di tutti.


Prima di continuare, solleviamo ancora gli occhi al soffitto del '700 per individuare le tre virtù teologali. Partendo dall'altare maggiore troviamo la fede,  la speranza e la carità. Vi è inserito il tondo maggiore, con la gloria di San Giovanni apostolo.

1. La fede

2. La speranza

3. La carità

S. GIOVANNI APOSTOLO, in gloria.


Ritorniamo ora alla parete di destra dove troviamo l'altare dedicato a San Nicola da Tolentino, in gloria (autore ignoto del sec. XVII) 

Nicola (1245-1305) appartenne all'ordine degli agostiniani. Nel 1275 si ritirò, forse per ragioni di salute, nell’eremo agostiniano di Tolentino. Dedicava buona parte della sua giornata a lunghe preghiere e digiuni. Fu un asceta che diffondeva sorriso, un penitente che metteva allegria. Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa.


Proseguendo, vediamo in alto ai lati dell'altare maggiore, altre nicchie di santi collegati agli Agostiniani. Nell'angolo davanti a noi troviamo San Prospero vescovo di Reggio e San Liberato martire.

Nell'altro angolo, dall'altro lato dell'altare maggiore, si vedono Sant'Alipio vescovo di Tagaste (Africa) e Sant'Antonino di Apamea.

San Prospero

Ora, attraverso una porta, a destra, passiamo in sacrestia e dalla sacrestia entriamo nel campanile affrescato. Un leggio con didascalie ci aiuta a comprendere le raffigurazioni.

Qui troviamo anche una bella immagine di Sant'Agostino giovane.


Attraversato il campanile entriamo, poi, nell'abside, dietro l’altare, per ammirare gli affreschi del trecento riminese. Un leggio con didascalie ci aiuta a comprendere le raffigurazioni.

Possiamo soffermarci su Gesù Cristo in trono tra i santi Giovanni evangelista (alla sua destra) e Giovanni Battista (alla sua sinistra).  E' un Signore dal braccio poderoso, ma pronto all'ascolto delle nostre invocazioni.

Nel centro dell'abside contempliamo  la Beata Vergine Maria col Bambino.  Possiamo rivolgerle un'invocazione....

Salve, Regina, madre di misericordia
R
ivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. 
Donaci, Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo, 
dolce Vergine Maria!   


Ritorniamo, attraverso la sacrestia, in chiesa e, passando davanti al Tabernacolo, facciamo una breve sosta per adorare Gesù presente nel Santissimo Sacramento.

Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.


Avviandoci verso la porta di uscita vediamo l'altare dedicato a San Giovanni Nepomuceno.

Il dipinto è opera di G. B. Costa da Rimini (1697-1767)

In basso si trova il Fonte battesimale in stile moderno. 

Giovanni (Jan) Nepomuceno, ovvero di Nepomuk (circa 1345-1393), è stato un prete, canonico nella cattedrale di Praga, predicatore di corte e confessore della regina. Il re Venceslao lo fece uccidere per annegamento per non aver voluto svelare il contenuto delle confessioni della regina. 

Prima di uscire, rivolti al Fonte battesimale possiamo pregare così:

Benedici, o Signore, tutti coloro che sono stati qui battezzati. Donaci la forza di perseverare nella fede e di crescere nella santità.

E così siamo giunti al termine della nostra visita.

Prima di uscire, col Segno della Croce salutiamo la Santissima Trinità, e ringraziamo Dio per coloro che ci hanno consegnato questa meravigliosa chiesa.

Carissimi visitatori, la gioia del Signore vi accompagni sempre. 

il parroco 


Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.

Crea il tuo sito web con Webador