Benvenuti nella chiesa di Sant'Agostino a Rimini

 

Siamo lieti di darvi il benvenuto nel cuore di Rimini, dove la nostra chiesa di Sant'Agostino apre le porte per momenti di contemplazione e spiritualità. 

La costruzione risale agli ultimi decenni del Duecento, opera dei frati Eremitani di Sant'Agostino ai quali era stata concessa, nel centro della città, una piccola chiesa dedicata a San Giovanni apostolo.
I numerosi ritocchi effettuati nel Settecento, l'hanno molto cambiata, imprimendole uno stile barocco, soprattutto all'interno.


Maggiori informazioni storiche e artistiche si trovano nell'opuscolo  curato da P.G. Pasini "Guida breve per la chiesa riminese di Sant'Agostino". 

Disponibile in sacrestia.


Il sussidio digitale che state utilizzando offre un percorso per una breve visita alla chiesa,
insieme con qualche pausa di preghiera.


VISITA ORANTE

Iniziamo la nostra visita segnandoci con l'acqua benedetta, ricordando con gioia il Battesimo: Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Una chiesa grande, ampia. Questa è la prima impressione. Infatti si dice che sia la più grande della città e della diocesi di Rimini. 

Se guardiamo avanti, vediamo il tabernacolo illuminato. Racchiude il Santissimo Sacramento del Corpo di Cristo.

Guardo il tuo tabernacolo, Gesù.
E' bello sapere che Tu sei lì e
 io sono qui, davanti a te. Riempi il mio cuore di gioia per questa visita.


Mentre avanziamo nella corsia centrale, vediamo sulla destra l'altare della Deposizione di Cristo. Nelle due settimane che precedono la Pasqua, l'immagine del Cristo viene velata da un telo con la croce gloriosa e i simboli della passione. 

La statua è in legno, opera di autore ignoto del XIII secolo. Le braccia di Gesù erano state costruite in modo da poter essere disposte anche in orizzontale. Infatti, per secoli fu venerato come un Crocifisso, nell'antica cattedrale di Rimini. Nel restauro del 2001 venne ripristinata la posizione originaria delle braccia. Probabilmente mancano i personaggi ai piedi della croce. 

Gesù, mio Signore, 
fortificami con la tua forza,
consolami con la tua pace, 
illuminami con la tua luce,
rischiarami con la bellezza 
del tuo Volto.


Passando oltre l'antico pulpito (1512) e il vecchio confessionale, oltre le nicchie dell' "Angelo custode" e dell' "Ecce homo", troviamo l'altare dedicato a San Tommaso di Villanova, grande testimone della carità di Cristo. 

Nel dipinto, opera di M. Franceschini da Bologna (1648-1729) è raffigurato il santo vescovo mentre distribuisce l'elemosina ai poveri, gesto che faceva abitualmente.


Poco appariscente, come è nel suo stile, di fianco all'altare di San Tommaso di Villanova, osserviamo la statua di San Giuseppe con in braccio il Bambino Gesù che gli accarezza teneramente la barba. 


Subito dopo, ci fermiamo a contemplare il Crocifisso (è un dipinto su tavola, di scuola riminese del Trecento). Anticamente questa parete era occupata dall'organo e dalla tribuna, distrutti nell'incendio del 1965.

Possiamo recitare una preghiera:

Gesù crocifisso, 
ti vedo inchiodato,

a una croce crudele.

La tua carne innocente 
è quella di tanti 
crocifissi di oggi,

Ti chiedo per loro 
la grazia di sentirti vicino.

Siamo fragili creature 
spaventate dal male.

Tu, Figlio di Dio, 
abbi, dunque, pietà

di loro e di tutti.


Prima di continuare, solleviamo gli occhi per ammirare lo splendido soffitto del '700 con gli stucchi di Ferdinando Bibiena e i dipinti di Vittorio Bigari.

Le sette cornici ovali minori dedicate alle virtù si alternano a tre cornici maggiori, tonde, con santi in gloria.

Partendo dall'altare maggiore, le tre virtù teologali: fede, speranza e carità.

1. La fede

2. La speranza

3. La carità

S. GIOVANNI APOSTOLO, in gloria.

Le altre virtù, quelle cosiddette cardinali, le osserviamo in un secondo momento.


Dopo aver osservato la prima parte del soffitto, ritorniamo alla parete di destra dove troviamo l'altare dedicato a San Nicola da Tolentino, in gloria (autore ignoto del sec. XVII) 

Nicola (1245-1305) appartenne all'ordine degli agostiniani. Nel 1275 si ritirò, forse per ragioni di salute, nell’eremo agostiniano di Tolentino. Dedicava buona parte della sua giornata a lunghe preghiere e digiuni. Fu un asceta che diffondeva sorriso, un penitente che metteva allegria. Molti venivano da lontano a confessargli ogni sorta di misfatti, e andavano via arricchiti dalla sua fiducia gioiosa.


Proseguendo, si trovano, negli angoli, le nicchie di santi collegati agli Agostiniani. Sono statue del '700 opera di Carlo Sarti.  

Nell'angolo a sinistra troviamo Sant'Alipio, vescovo di Tagaste (Africa) e Sant'Antonino di Apamea.

Nell'angolo a destra troviamo San Prospero, vescovo di Reggio e San Liberato, martire.

San Prospero

Ora, attraverso una porta, a destra, passiamo in sacrestia e dalla sacrestia entriamo nel campanile affrescato. Un leggio con didascalie ci aiuta a comprendere le raffigurazioni.

Qui troviamo anche una bella immagine di Sant'Agostino giovane.


Attraversato il campanile entriamo, poi, nell'abside, dietro l’altare, per ammirare gli affreschi del trecento riminese. Un leggio con didascalie ci aiuta a comprendere le raffigurazioni.

Possiamo soffermarci su Gesù Cristo in trono tra i santi Giovanni evangelista (alla sua destra) e Giovanni Battista (alla sua sinistra).  E' un Signore dal braccio poderoso, ma pronto all'ascolto delle nostre invocazioni.

Nel centro dell'abside contempliamo  la Beata Vergine Maria col Bambino.  Possiamo rivolgerle un'invocazione....

Salve, Regina, madre di misericordia
R
ivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi. 
Donaci, Gesù, il frutto benedetto del tuo grembo, 
dolce Vergine Maria!   


Ritorniamo, attraverso la sacrestia, in chiesa e, passando davanti al Tabernacolo, facciamo una breve sosta per adorare Gesù presente nel Santissimo Sacramento.

Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.


Ripercorrendo ora la corsia centrale ci muoviamo verso la porta di uscita. Guardando a destra, vediamo l'altare dedicato a San Giovanni Nepomuceno.

Il dipinto è opera di G. B. Costa da Rimini (1697-1767)

 

In basso si trova il Fonte battesimale in stile moderno. Rivolti al Fonte battesimale possiamo pregare così:

Benedici, o Signore, tutti coloro che sono stati qui battezzati. Donaci la forza di perseverare nella fede e di crescere nella santità.

Giovanni (Jan) Nepomuceno, ovvero di Nepomuk (circa 1345-1393), è stato un prete, canonico nella cattedrale di Praga, predicatore di corte e confessore della regina. Il re Venceslao lo fece uccidere per annegamento per non aver voluto svelare il contenuto delle confessioni della regina. 


Proseguendo il percorso, superata la porta di ingresso laterale, troviamo la statua di Maria Immacolata. 
Rivolgiamo una preghiera a Colei che è Madre di Gesù, Madre della Chiesa e di tutti.

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.


Segue l'altare della Natività. 

Opera del 1868 di Sebastiano Fanelli da Rimini, copia dell'originale di Palma il Giovane da Venezia (1544-1628). E' circondato da un finto drappo pitturato su tela, opera di G. Marchesi, 1725).
In primo piano il vescovo sant'Agostino (?)


Nel tratto successivo della chiesa, troviamo (in basso) la tomba del beato Alberto Marvelli.

Giovane esempio di santità dei nostri giorni.

Al di sopra è stato riportato, nel 1990, da un locale adiacente alla chiesa, un affresco con la Beata Vergine e Gesù Bambino tra san Giovanni evangelista (a sinistra) e sant'Agostino (a destra).

S. Agostino

A questo punto possiamo di nuovo sollevare lo sguardo al soffitto e, dopo il tondo centrale dedicato a S. Agostino in gloria, possiamo osservare le altre quattro virtù, cosiddette "cardinali": prudenza, giustizia, fortezza, temperanza, intercalate dal tondo di S. Nicola da Tolentino, nella gloria. 

S. AGOSTINO nella gloria

4. Prudenza

5. Giustizia


S. NICOLA DA TOLENTINO 

6. Temperanza

7. Fortezza


Lasciando il soffitto, torniamo a guardare a destra, l'ultimo altare è dedicato a San Giovanni da S. Facondo.

Il dipinto, opera di G. B. Costa da Rimini (1697-1767), ricorda il miracolo col quale, San Giovanni da S. Facondo, mediante la sua cintura, ha salvato un bambino caduto in un pozzo. 


In fondo, negli angoli, altre statue settecentesche di santi agostiniani. Guardando il fondo, a sinistra si trovano San Giovanni Bono, mantovano e San Fulgenzio vescovo di Ruspe. A destra San Guglielmo duca d'Aquitania con ai piedi il piccolo drago e San Possidio, vescovo di Calama (Africa), che fu il primo biografo di Agostino, con il quale visse "in dolce familiarità per circa 40 anni".

San Possidio, vescovo di Calama

E così siamo giunti al termine della nostra visita.

Prima di uscire, col Segno della Croce salutiamo la Santissima Trinità, e ringraziamo Dio per coloro che ci hanno consegnato questa meravigliosa chiesa.

Carissimi visitatori, la gioia del Signore vi accompagni sempre. 

il parroco 


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