Benvenuti nella chiesa di Sant'Agostino a Rimini

Siamo lieti di darvi il benvenuto nel cuore di Rimini, dove la nostra chiesa di Sant'Agostino apre le porte per momenti di contemplazione e spiritualità. 

Maggiori informazioni si trovano nell'opuscolo  curato da P.G. Pasini "Guida breve per la chiesa riminese di Sant'Agostino".  Disponibile in sacrestia.

ITINERARIO ORANTE


Siamo in chiesa. Una chiesa grande. Insieme con la Cattedrale, è la più grande della città e della diocesi di Rimini. 

Possiamo iniziare la visita segnandoci con l'acqua benedetta ricordando con gioia il Battesimo.

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.


La costruzione risale agli ultimi decenni del Duecento, opera dei frati Eremitani di Sant'Agostino ai quali era stata concessa, nel centro della città, una piccola chiesa dedicata a San Giovanni apostolo. Nel Settecento seguirono numerosi ritocchi che ne hanno alterato in parte le originarie fattezze, imprimendole, soprattutto all'interno, uno stile barocco.

Uno sguardo in avanti, verso il centro, vediamo il tabernacolo illuminato. Racchiude il Santissimo Sacramento del Corpo di Cristo.

 

Guardo il tuo tabernacolo, Gesù. E' bello sapere che Tu sei lì e io sono qui, davanti a te. Riempi il mio cuore di gioia per questa visita.


Iniziamo la visita sul lato destro della navata dove si trovano alcune lapidi sepolcrali, la statua di padre Pio e l'immagine del Sacro Cuore.

In alto due nicchie con statue settecentesche di santi dell'Ordine degli Eremitani, opera di Carlo Sarti. 

San Fulgenzio, vescovo di Ruspe

MARTIROLOGIO ROMANO. A Ruspe, nel territorio dell’odierna Tunisia, san Fulgenzio, dopo essere stato procuratore di quel territorio, si fece monaco. Diventato poi vescovo, molto patì sotto la persecuzione dei Vandali ad opera degli ariani e per due volte fu relegato in Sardegna dal re Trasamundo; restituito finalmente al suo popolo, lo nutrì  fedelmente con la parola di verità e di grazia per i restanti anni della sua vita .

 

(puoi leggere qui la sua storia)

San Giovanni Bono, di Mantova

MARTIROLOGIO ROMANO. A Mantova, Giovanni Bono, eremita, da giovane, lasciata la madre, errò per varie regioni d’Italia esercitando il mestiere di giocoliere e di attore comico. All’età di quarant’anni, dopo essersi gravemente ammalato, fece voto a Dio di abbandonare il mondo per donarsi interamente in penitenza e amore a Cristo e alla Chiesa e fondò una Congregazione sotto la regola di sant’Agostino.

 

(puoi leggere qui la sua storia)


L'altare della Deposizione di Cristo con scultura del Duecento, in legno. Anticamente le braccia di Gesù furono modificate e portate in orizzontale e fu venerato per secoli come un Crocifisso, nell'antica cattedrale di Rimini. Nel restauro del 2001 venne ripristinata la posizione originaria delle braccia.

Gesù, mio Signore, 
fortificami con la tua forza,
consolami con la tua pace, 
illuminami con la tua luce,
rischiarami con la bellezza 
del tuo Volto.

 

 

Subito dopo si trova la nicchia dell'angelo custode.

Angelo di Dio, che sei il mio custode, guidami e proteggimi, oggi e sempre. 


Antico pulpito , al centro della chiesa perchè la Parola predicata sia ben udita da tutti.

Il vecchio confessionale ci ricorda la misericordia di Dio, sempre pronto a donarci il suo perdono, anche oggi.

La nicchia di Gesù flagellato, deriso, incoronato di spine e presentato da Pilato alla folla: Ecce homo! .

Gesù coronato di spine e coperto di oltraggi, concedi a noi di riconoscere la tua immagine nei fratelli sofferenti e di soccorrerli con amore.


Pala d'altare dedicata a San Tommaso di Villanova, vescovo santo, testimone della carità di Cristo

(puoi leggere qui la sua storia)

Il paliotto dell'altare riporta la scritta: Hic iacet corpus S.Marinae.

Il corpo di Santa Marina sarebbe in realtà custodito nella chiesa di Santa Maria Formosa a Venezia, della quale città è anche compatrona. 

Chi era Santa Marina? Puoi leggere qui la sua storia

Subito dopo si trova la statua di San Giuseppe con in braccio il Bambino Gesù che gli accarezza teneramente la barba. 

San Giuseppe, uomo giusto,
figlio di Davide e sposo di Maria,
eletto dall’Altissimo
padre e custode
del Figlio suo, Gesù;

Santo sopra i santi,
custode della Chiesa,
prega per noi e per i nostri cari
adesso e nell'ora
della nostra morte. Amen.

 

Spostiamoci verso il centro della chiesa per contemplare meglio il Crocifisso (dipinto su tavola, di scuola riminese del Trecento) appeso alla parete anticamente occupata dalla tribuna e dall'organo, distrutti nell'incendio del 1965.


Gesù crocifisso, 
ti vedo inchiodato,
a una croce crudele.

La tua carne che grida
è quella di tanti 
crocifissi di oggi,
Ti chiedo per loro 
la grazia di sentirti vicino.

Siamo fragili creature 
spaventate dal male.

Tu, Figlio di Dio, 
abbi, dunque, pietà
di loro e di tutti.


Solleviamo gli occhi per ammirare lo splendido soffitto del '700 con gli stucchi di Ferdinando Bibiena e i dipinti di Vittorio Bigari. Sette cornici ovali minori dedicate alle virtù si alternano a tre cornici tonde con santi in gloria (7+3=10). Partendo dall'altare: fede, san Giovanni evangelista, speranza, carità, sant'Agostino, prudenza, giustizia, s. Nicola da Tolentino, temperanza, fortezza.


Ritornando alla parete di destra,
altare dedicato a San Nicola da Tolentino

MARTIROLOGIO ROMANO. A Tolentino nelle Marche, san Nicola, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che, dedito a una severa astinenza e assiduo nella preghiera, fu severo con se stesso, ma clemente con gli altri, e spesso imponeva a sé le penitenze altrui.

 

(puoi leggere qui la sua storia)

In un angolo, quasi nascosta, c'è la lapide dedicata ad un "povero prete" del passato, niente affatto un "povero prete" come viene chiarito nella lapide sottostante. 

Di seguito, in alto, si trovano altre nicchie di santi. Le statue settecentesche sono opera di Carlo Sarti.

San Prospero, vescovo di Reggio

Secondo la tradizione visse nel V secolo e fu vescovo di Reggio Emilia tra il 480 ed il 505 circa.

(puoi leggere qui la sua storia)


San Liberato, martire

MARTIROLOGIO ROMANO. Sempre a Roma sulla via Salaria antica nel cimitero ad Septem Palumbas, san Liberale, martire, che si dice abbia un tempo ricoperto nel mondo la carica di console.

 

(puoi leggere qui la sua storia)

Ed ora attraverso una porta, a destra, passiamo in sacrestia. Dipinti sul muro vediamo San Girolamo tra san Giovanni Battista e San Nicola da Tolentino (?)

Senza soffermarci sulle altre opere presenti in sacrestia, entriamo nel campanile affrescato. Un leggio con didascalie ci aiuta a comprendere le raffigurazioni.


(n° 10) Sant'Agostino

Vita di Sant'Agostino (qui - scritta da Possidio)

Attraversato il campanile arriviamo nell'abside, dietro l’altare, per ammirare gli affreschi del trecento riminese. Un leggio con didascalie ci aiuta a comprendere le raffigurazioni.

approfondimenti qui


Gesù Cristo in trono tra i santi Giovanni evangelista (alla sua destra) e Giovanni Battista (alla sua sinistra), è un Signore dal braccio poderoso e pronto all'ascolto delle nostre invocazioni.

Contempliamo al centro Maria col Bambino e preghiamo la Beata Vergine....

Salve, Regina, madre di misericordia.
R
ivolgi a noi gli occhi tuoi
misericordiosi. 
Donaci, Gesù, 
il frutto benedetto del tuo grembo, 
dolce Vergine Maria!   


Ritorniamo, attraverso la sacrestia, in chiesa e, passando davanti al Tabernacolo, facciamo una breve sosta per adorare Gesù presente nel Santissimo Sacramento.

Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento.

Un breve momento di silenzio.

 

Prima di passare all'altro lato della navata diamo uno sguardo al palliotto dell'altare maggiore con Sant'Agostino e Santa Monica?e ai meravigliosi candelieri dell'altare maggiore


Sant'Alipio di Tagaste

MARTIROLOGIO ROMANO Sant'Alipio, vescovo di Tagaste in Numidia, nell'odierna Algeria, fu dapprima allievo di sant'Agostino e poi suo compagno nella conversione, collega nel ministero pastorale, strenuo commilitone nelle lotte contro l'eresia e infine compartecipe della gloria celeste.

 

(puoi leggere qui la sua storia) 

Sant’Antonino di Apamea

MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Apamea in Siria, sant’Antonino, martire, che, scalpellino, si tramanda sia stato ucciso a vent’anni dai pagani per avere abbattuto, a motivo della sua ardente fede, i loro idoli.

 

(puoi leggere qui la sua storia)

Il moderno fonte battesimale davanti all'altare di San Giovanni Nepomuceno

Benedici, o Signore, tutti coloro che sono stati qui battezzati. Donaci la forza di perseverare nella fede e di crescere nella santità.


San Giovanni nepomuceno

MARTIROLOGIO ROMANO. A Praga in Boemia, san Giovanni Nepomuceno, sacerdote e martire, che nel difendere la Chiesa patì molte ingiurie da parte del re Venceslao IV e, sottoposto a torture e supplizi, fu infine gettato ancora vivo nel fiume Moldava.

 

(puoi leggere qui la sua storia) 

Una cantoria barocca copre la porta laterale di ingresso. 

Sopra la cantoria un quadro con San Nicola da Tolentino e Santa Monica. 


Dopo l'ingresso laterale incontriamo la bella statua della Beata Vergine Immacolata...

Ave, o Maria, piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso e nell'ora della nostra morte. Amen.

Segue l'altare della Natività circondato da un pannarone sorretto da angeli, finto drappo pitturato su tela, opera di G. Marchesi (1725). In primo piano il vescovo sant'Agostino.


Il paliotto del'altare della Natività

A metà della parete è stato riportato nel 1990 da un locale adiacente alla chiesa  un affresco con la Beata Vergine e Gesù Bambino tra san Giovanni evangelista (a sinistra) e sant'Agostino (a destra).


La tomba del Beato Alberto Marvelli. Una breve biografia (qui)

Padre onnipotente, 
tu ci mostri le tue meraviglie nella vita 
del beato Alberto: 
la solida vita di preghiera, 
il generoso impegno sociale
e politico, l'amore ardente per i poveri. 
Per sua intercessione ti chiedo..... (esprimi la tua intenzione) 

 


Procedendo incontriamo l'altare dedicato a San Giovanni da san Facondo con paliotto

MARTIROLOGIO ROMANO. A Salamanca in Spagna, san Giovanni da San Facondo González de Castrillo, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che attraverso colloqui privati e con la santità della sua vita riportò la concordia tra i cittadini divisi in sanguinarie fazioni.

(puoi leggere qui la sua storia) 

Seguono altre immagini devozionali: la Madonna del Rosario e la statua di santa Teresa di Gesù bambino. Ci sono anche da questa parte alcune lapidi.

 

In quella dedicata a Jano Planco troviamo scritto:

nascitur infelix, vixit infelicior, obiit infelicissime, sed adiuvante Deo animo semper hilari quod sibi ratione et assiduo bonarum pene omnium litterarum studio comparaverat

Nacque infelice, visse più infelice, morì infelicemente, ma, con l'aiuto di Dio ebbe sempre un cuore allegro, che si era procurato con la ragione e lo studio costante di quasi tutta la buona letteratura.


San Guglielmo duca d'Aquitania

MARTIROLOGIO ROMANO. Nella grotta di Stabulum Rhodis presso Grosseto, san Guglielmo, eremita di Malavalle, dal cui modello sorsero molte comunità di eremiti.

 

(puoi leggere qui la sua storia) 

San Possidio, vescovo

MARTIROLOGIO ROMANO.  Commemorazione di san Possidio, vescovo di Guelma in Numidia, nell’odierna Algeria, che, discepolo e amico fedele di sant’Agostino, fu presente alla sua morte e ne scrisse una celebre biografia.

 

(puoi leggere qui la sua storia) 

Rimane difficle da notare il quadro sopra la bussola dell'ingresso principale: Mosè che fa scaturire l'acqua dalla roccia nel deserto. 

 


Giunti al termine della nostra visita, col Segno della Croce salutiamo la Santissima Trinità, e ringraziamo Dio per coloro che ci hanno consegnato questa meravigliosa chiesa.

Carissimi visitatori, la gioia del Signore vi accompagni sempre. 

il parroco       


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